“La magnolia è un fiore bellissimo, quanto delicato: il momento in cui schiude i suoi petali ed emana il suo intenso e ammaliante profumo...è il suo ultimo istante di vita”.
Le
Naked Ape (nome d’arte delle due autrici Saki Otoh e Tomomi Nakamura, note già
in Italia per “Dolls”, J-Pop edizioni) si cimentano in un lavoro ambizioso e
complesso, che si fa posto fra le novità editoriali italiane come connubio di
josei e shonen ai: Magnolia è infatti
una delle tante opere pseudo-femministe bypassate dalla critica che
meriterebbero grande attenzione, perché è proprio attraverso queste opere
apparentemente “di nicchia” che si manifestano le moderne tendenze del manga.
Comparso
nel 2010 sulle pagine di ARIA(il neonato magazine josei della famosa casa
editrice Kodansha), Magnolia cammina in bilico tra vari generi senza cadere mai
nel banale né lasciarsi mai definire. E senza dar spazio a pregiudizi di genere.
“Ayato
-erede al trono del regno di Anastasia- non è né maschio né femmina: quando si
innamorerà per la prima volta, innescherà automaticamente il meccanismo di
trasformazione sessuale.
Se si innamorerà di un uomo diverrà una
donna, e viceversa se si innamorerà di una donna diventerà un uomo.
Ma Ayato, allevato come un maschio, tale
vorrebbe rimanere. Nonostante tenti di lottare contro il destino - che vuole si
innamori del giovane Hugo Wolf, figlio del Generale della guardia imperiale- la
trasformazione inizia, e Ayato è
confuso, le persone attorno a lui pazze di gelosia.
Ma Hugo è
davvero la persona giusta? O lo è Nagi, fedele amico e guardia del corpo? O
forse lo è Sui, misterioso fratello di Ayato?
Incantati e
sedotti dal profumo della magnolia in boccio, davvero questi uomini amano
Ayato, o è solo frutto dell’attrazione fatale della maledizione? Davvero il suo
corpo sta per trasformarsi in quello di una donna? E chi è davvero Alexandra
Black?
Se anche la
madre di Ayato ha vissuto la sua stessa trasformazione, cosa lega la defunta
regina al fratello del re?”
La
cosa quanto meno scioccante è che uno josei del genere arrivi dalla Planet Manga
(divisione della Panini Group), che -lungi
dall’essere omofoba- non si è mai aperta a questo genere di fumetto (uniche
eccezioni sembrano essere Zetsuai 1989 e Sakuragari): anzi, spesso ho trovato
alcune editrici reticenti sull’argomento, cosa molto triste, che mostra la
realtà di una casa editrice sorda e antiquata. Chissà cosa direbbero se
sapessero che è stata niente-poco-di-meno-che
Banana Yoshimoto con Kitchen (nel lontano 1991) a portare in Italia il
gender bender e il transvestitismo, e che in fondo non stanno facendo nulla di
nuovo, o peggio: di illegale...
Un
lavoro graficamente ancora immaturo per le autrici, che riescono tuttavia a
fondere quanto di più elegante vi è in Ai Yazawa e Yana Toboso: visi e occhi
molto espressivi, proporzioni equilibrate, molto utilizzo di retini senza
appesantire troppo le tavole, mentre tutto si muove in un’atmosfera tra il
gotico e il vittoriano, con ampi giardini, abiti e sale sontuose, e un amore
quasi ossessivo per i fiori (rose e ovviamente
magnolie) che ricorda il Liberty d’inizio ‘900. Lo stile non si allontana
troppo dallo shoujo vecchio stile, senza però tutti quei banali cliché che
appesantiscono la trama, e anzi con un macabro
gusto del malvagio, dello stoico e del sadomasochistico: non ci sono mezzi
termini per questi uomini (solo loro sembrano davvero interessati nella
conquista di Ayato, mentre le donne, quelle che non sono travestiti, hanno le
medesime fattezze delle eroine tutte fiori e marmellata degli anni ‘70), che
sono terribili rappresentazioni della lussuria e dell’animo lordo del tipico seme
arrapato alla Mizukami Shin.
Ritengo
inoltre che inserire nello stesso manga temi quali l’omosessualità, il gender
bender, il trans e il travestitismo sia una scommessa azzardata, ma in parte
riuscita: nonostante ancora non si capisca il motivo per cui Alexandra si vesta
da donna, il tipo di attrazione che suo fratello prova per Sui e quali siano i
reali intenti di Nagi, credo che il finale non sarà particolarmente scioccante.
Prevedo che Ayato diventerà una bellissima principessa, anche se da bellissimo
principe figurava meglio; in quanto a Hugo...è ambiguo, losco, e sembra giocare
con il main character piuttosto che corteggiarlo. Sarà davvero il suo Principe
Azzurro?
Per
ora, abbiamo solo le congetture (e le scan): l’edizione Planet è al volume 2, e
il prezzo (6,90 euro) è decisamente proporzionato alla qualità del prodotto,
brossurato con sovraccoperta. Purtroppo la lentezza della pubblicazione (che
non dipende dalla casa italiana ma dall’effettiva uscita di pochi capitoli
l’anno in madrepatria) rende meno appetibile il lavoro, che si sfilaccia nella
memoria e lascia intricati enigmi, ma che è capace di riportare alla luce l’amore
per l’intrigo e il gusto per la scommessa.
Consigliato
agli inguaribili romantici che credono all’amore senza frontiere...e che hanno
una certa passione per i boys love strappalacrime.
Nessun commento:
Posta un commento